Tutto quello che c’è da sapere sul volo dei droni durante la stagione invernale

Con la stagione invernale, gli operatori professionali di SAPR si ritrovano a fare i conti con una delle problematiche più rilevanti nell’impiego di sistemi aeromobili a pilotaggio remoto: il freddo. 

Freddo che mette a dura prova (o peggio, in difficoltà) tutto l’equipaggiamento che preveda un’alimentazione a mezzo di batterie Lipo, dall’APR al tablet, dal radiocomando al terminatore di volo.

Volare in inverno necessita di cautela, ma poche semplici attenzioni possono garantire il corretto funzionamento di tutto il sistema.

Ecco qualche suggerimento dal team Overfly.me.

Non farsi trovare impreparati

Chi opera lavoro aereo con droni sa bene quanto sia facile, per il Committente, richiedere in itinere di modificare la pianificazione di giornate dedicate ad operazioni specializzate a mezzo SAPR. Si finisce con il fare alla mattina quello che era previsto alla sera, si anticipa di due giorni la ripresa aerea in alta quota, e si posticipa di due giorni quella in pianura. 

Su questo aspetto noi operatori possiamo fare molto poco, se non condividere con chi ci ingaggia i principi e le norme che regolamentano il nostro operato, ed argomentare le nostre ragioni ed i limiti che vorremo (e dobbiamo) rispettare. 

Tuttavia, se tra le location previste per le nostre operazioni specializzate si parla anche di montagna (= freddo), sarà fondamentale prepararci come se tutto il nostro lavoro potesse risultare da svolgere in condizioni limite, ed equipaggiarci quindi di conseguenza.

Non il solo SAPR patirà il freddo: il nostro corpo dovrà essere riparato, e le nostre mani dovranno potersi scaldare velocemente, ipotizzando che il pilotaggio e la manutenzione pre/post volo vengano svolte a mani nude. 

Scaldamani (“cuscinetti riscaldanti”) possono essere utili: costano pochi euro e sono facili da mettere in tasca.

Essere “termicamente indipendenti”

Poche ore a basse temperature trasformano una vettura parcheggiata in un congelatore. E tutto quello che la macchina contiene in ghiaccioli. E’ importante non fare affidamento sul riparo termico che la nostra vettura (se in zona) può rappresentare, ne sul caldo bar di montagna in cui il proprietario si è reso disponibile ad accoglierci tra un volo e l’atro. 

Sarà sicuramente troppo lontano dallo scenario delle operazioni, in cui potremmo ritrovarci in stand-by per lunghi periodi.

Esistono soluzioni molto raffinate (ma costose!) per mantenere al caldo le lipo, come valigioni autoalimentati o bellissime custodie isolanti. In Overfly.me tutti siamo attrezzati con 2 semplicissime, ampie ed economiche borse termiche da campeggio.

Una va con il pilota e l’operatore di camera/payload nello scenario delle operazioni, riempita Lipo pronte al volo (a volte decine di pacchi), tablet, radiocomandi e relative batterie.

L’altra (ove previsto) rimane nella postazione di ricarica: noi non carichiamo mai le batterie al freddo. Ne lasciamo che si raffreddino (dopo un volo) a temperature troppo rigide.

In entrambe le borse collochiamo 3 o 4 accumulatori termici (li trovate su Amazon a pochi euro), che scaldiamo al mattino in pochi minuti tramite forno microonde, e garantiscono molte ore di calore anche dopo innumerevoli apri/chiudi delle borse.

Decollare con le batterie tra i 25 ed i 30 gradi.

Non è un dogma, ma certamente una best practice. Decollando con batterie a queste temperature, il naturale riscaldamento delle celle durante l’ impiego non ne consentirà un raffreddamento critico, e la scarica sarà lineare. 

Anche il resto dell’equipaggiamento sarà perfettamente operativo, e non ci troveremo con il tablet KO dopo pochi minuti o la radio in affanno di batteria.

A tutto beneficio della sicurezza delle operazioni.

E del nostro business aereo.