Droni ricerca e soccorso: supporto aereo per la ricerca di persone scomparse
Con il passare degli anni, l’avanzamento tecnologico e un crescente interesse per il mondo dei SAPR, i droni hanno iniziato ad essere impiegati in settori che prima non venivano nemmeno considerati. Oggi, oltre alla possibilità di sfruttare gli aeromobili a pilotaggio remoto per effettuare delle riprese con drone, sviluppare un rilievo fotogrammetrico, oppure eseguire delle ispezioni con drone, è possibile ritrovare questi piccoli gioielli della tecnologia contemporanea, impiegati nella ricerca di persone scomparse.
Nonostante un quadro normativo alquanto scarso o lacunoso a tal proposito, l’interesse per i “droni ricerca e soccorso” cresce sempre di più. La legge italiana al momento non permette ancora un accesso efficace e tempestivo a queste nuove tecnologie a servizio di un soccorso rapido e immediato, ma qualcosa inizia a muoversi e l’interesse aumenta tra gli operatori del settore. Un interesse che sembra aver conquistato molti grazie a diversi interventi andati a buon fine, tanto che abbiamo deciso di dedicare almeno un articolo a questa nobile attività.
Oggi i droni ricerca e soccorso sono in grado di ridurre al minimo due fattori molto importanti nelle attività di soccorso: tempo e rischio. Infatti grazie all’impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto nelle missioni di ricerca e soccorso, è possibile intervenire in tempi molto ridotti, con meno personale, con un minor dispendio economico e soprattutto con maggiore efficacia.
Impiegare un drone piuttosto che elicottero offre notevoli vantaggi anche in questo campo. Un elicottero infatti vola solitamente ad un’altezza di circa 200-300 metri. Molto in alto quindi per riuscire ad avere una visibilità eccellente della superficie terrestre. Questo ne riduce l’efficacia e fa invece aumentare eventuali rischi sia per le persone a bordo del mezzo, che per quelle a terra che rischiano di non essere sempre individuate con esattezza. I droni di contro possono invece volare ad altezze molto inferiori, avendo così una panoramica più precisa e dettagliata della superficie scandagliata. Inoltre grazie ai diversi sistemi e strumenti di cui dispongono monitorano e controllano aree molto più vaste in molto meno tempo.
Senza contare l’enorme aiuto che i droni ricerca e soccorso sono in grado di apportare in caso di ricerca di persone in aree fluviali. La visione dall’alto che consente un drone, permette di osservare meglio entrambe le sponde di un fiume, di un torrente, o di un lago. Questo accade anche quando sono nascoste da piante, alberi e vegetazione varia. Inoltre la corrente dell’acqua può portare e spostare i corpi delle persone scomparse in zone inaccessibili e non visibili ai soccorritori da terra.
Droni ricerca e soccorso: un fenomeno crescente
Le denunce di scomparsa aumentano ogni anno. Dai dati raccolti tra il 2016 e il 2017 sono emerse ben oltre 24mila denunce di persone scomparse, di cui solo 13mila alla fine ritrovate. Un dato quanto meno allarmante. Per far fronte ad una situazione degenerativa, la tecnologia è arrivata in soccorso di forze pubbliche, volontari e organizzazioni benefiche. I SAPR, dotati di telecamere in HD e termocamere capaci di rilevare la temperatura corporea e ambientale circostante, hanno permesso di individuare i soggetti smarriti in modo più rapido ed efficiente.
Missioni di scanning e rilevamenti termografici
I SAPR coprono aree di ricerca molto vaste e possono volare a qualsiasi ora del giorno o della notte. I rilievi e le ricerche di persone scomparse che si protraggono durante le ore notturne, sono infatti portate avanti grazie all’ausilio delle termocamere di cui i droni sono dotati. I sensori multispettrali, come abbiamo visto anche in un precedente articolo (“Termografia con drone e camera multispettrale”) sono in grado di rilevare e registrare la quantità di energia riflessa dai diversi oggetti della superficie terrestre, in ogni differente lunghezza d’onda dello spettro elettromagnetico. Una volta eseguita la missione di scanning, il sensore restituisce un’immagine multibanda e l’analisi delle risposte spettrali nelle diverse bande acquisite, consente di individuare eventuali persone scomparse nella vegetazione o in ambienti rurali o urbani abbandonati.Sensori Radar Sar
Alcuni droni impiegati in questa nobile attività, sono addirittura dotati di sensori Radar Sar (Synthetic Aperture Radar). Con questa specifica tipologia di sensore il drone è in grado di rilevare e misurare l’energia riflessa dalla superficie terrestre. Un sensore attivo di tipo SAR è in grado di acquisire immagini sia di giorno che di notte e anche in qualsiasi condizione meteorologica. Inoltre questo genere di sensore permette di osservare eventuali anomalie del terreno, come ad esempio depressioni o rilievi localizzati o discordanti con la morfologia. Utilizzandoli in combinazione con le tecniche di aerofotografia consentono di individuare, attraverso queste “anomalie” eventuali persone sepolte sotto terra.