Monitoraggio aereo: cosa possono realmente fare i droni in questo momento?

CHIARIMENTO ENAC DEL 25 MARZO 2020: ENAC dichiara che non è stata disposta alcuna specifica restrizione dello spazio aereo per lo svolgimento di interventi in risposta a una situazione di emergenza. I droni professionali (e solo quelli) possono essere fatti volare, entro i limiti di legge, se necessari ad attività produttive per le quali non è stato decretato lo stop “Coronavirus”.

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E’ di ieri l’apertura di ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) all’impiego di droni per operazioni di monitoraggio spostamenti / verifica di assembramenti di cittadini sul territorio comunale.

La cosa sta destando molto interesse, sia tra chi non sa quasi nulla di droni, sia tra chi, più sul pezzo, ne da per scontato l’utilizzo anche in queste difficili settimane. Ne parlano tutti i media.

Ma cosa sta succedendo esattamente? Perché è così importante questa comunicazione di ENAC? Qual’è il contributo che si ipotizza possano dare questi strumenti aerei?

Vediamo di scoprirlo.

L’utilizzo di droni professionalo (SAPR – ovvero Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto) è legiferato da ENAC tramite uno specifico regolamento, che norma e limita l’utilizzo di questi aeromobili “senza pilota a bordo” nello spazio aereo italiano.

Il regolamento, dal 2014 e nelle sue varie edizioni, è molto articolato e, volendone estrarre 4 principi fondamentali in termini non esaustivi, impone a piloti professionisti debitamente formati di:

  • non sorvolare assembramenti di persone, mai ed in nessun caso
  • condurre il drone “a vista”, ed entro determinate distanze orizzontali (dettate dallo scenario in cui si opera, e dal drone che si utilizza)
  • rispettare determinate quote di volo, dando precedenza a qualunque aeromobile si dovesse eventualmente incrociare
  • operare entro i limiti della propria abilitazione, e nel rispetto di divieti permanenti e temporanei, vietando il volo in prossimità o all’interno di aree sensibili e di zone in cui siano in atto interventi in risposta ad una situazione di emergenza.

Lo scorso 31 Gennaio, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, mettendo (di fatto) a terra tutti i droni che non siano specificatamente “di Stato”.

Questo ha impattato fortemente sulla neonata industria del lavoro aereo a mezzo di aeromobili a pilotaggio remoto che – con le debite proporzioni – al pari della quasi totalità dei settori produttivi, dovrà lottare per riavviarsi, quando questo incubo Coronavirus sarà (speriamo) finito.

Ed ha imposto il divieto di volo a quanti, come le tante polizie locali, avessero voluto utilizzare un SAPR (ricordo: Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto) per monitorare città sottoposte alle restrizioni di spostamento/assembramento che tutti viviamo.

Il 23 Marzo, una nuova disposizione sblocca la situzione. La necessità e l’emergenza di queste ore ha però spinto ENAC ad emettere un provvedimento che, per sole finalità legate ad attività di monitoraggio delle FFOO, deroga agli attuali divieti ed a determinate voci del regolamento sull’impiego di droni autorizzando, di fatto, l’utilizzo di SAPR “nelle disponibilità” di Forze dell’Ordine sul territorio nazionale.

Almeno fino al 3 Aprile quindi (termine di validità della disposizione ENAC) in tanti vedranno e sentiranno droni volare nei cieli d’Italia.

Ma come sono fatti, e cosa possono fare questi droni?

Ci sono svariate tipologie di SAPR, differenti per peso e caratteristiche. Dai più piccoli multirotori quadricotteri (con 4 eliche) ai più grossi ottacotteri, oltre a piccoli e leggeri “aeroplanini”.

Per lo più, saranno proprio piccoli quadricotteri a solcare i nostri cieli. Mezzi equipaggiati con videocamere ad alta risoluzione, in grado di monitorare ed individuare presenze anomale (i.e. assembramenti) di persone, aiutando le forze dell’ordine a direzionare il proprio intervento.

Fino a che punto possono essere utili queste attività aeree?

Dipenderà molto dallo scenario in cui si svolgeranno questi voli: considerando che rimane dovere del pilota volare “a vista del drone”, il raggio d’azione del SAPR resterà comunque molto limitato, e probabilmente inefficace fino all’arrivo delle forze dell’ordine sul posto considerato che, probabilmente, chi dovesse essere sorpreso dall’occhio volante del drone non realizzerà nemmeno di esserlo.

La forza più grande dei droni sarà, probabilmente, quella di deterrenza: ipotizzare che ci sia un controllo aereo costante spingerà qualcuno a rimanere a casa.. se ancora servisse un incentivo per farlo.

NOTA Questo articolo è volutamento scritto con terminologia non tecnica, ed in chiave molto “superficiale”. I pochi aspetti normativi sopra menzionati NON sono assolutamente rappresentativi della complessità del regolamento ENAC sull’impiego di droni, e delle precauzioni che un pilota professionista è tenuto ad osservare per operare in sicurezza, ed entro i limiti di legge. Lo sappiamo noi di Overfly.me, e le tante altre realtà professionali del mondo dei servizi a mezzo drone. Utilizzare Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto è un lavoro vero e proprio, estremamente complesso, che espone piloti ed aziende a responsabilità civili e penali al pari dei “fratelle maggiori” dell’aeronautica con pilota a bordo (può suonare strano.. ma è proprio così).