Lavorare con i droni: è possibile farlo “concretamente”, nel pieno rispetto dei regolamenti?
La domanda che mi viene fatta più di frequente è proprio questa.
“E’ possibile lavorare con un SAPR, nella certezza di rispettare leggi e regolamenti? Oppure i regolamenti sono troppo stringenti?”
Premessa la mia soddisfazione nel sentirmi posto questo quesito – considerato l’abusivismo totale di tanti freelance – non posso che rispondere così: “Certo che si può. Ma bisogna conoscere le regole, rispettarle, e non scollegare il cervello quando si impugna un radiocomando”.
Svolgere lavoro aereo è qualcosa di molto di più impegnativo del far decollare un quadricottero con una fotocamera montata a bordo.
Utilizzare un drone in “chiave imprenditoriale” significa conoscere il sistema normativo di riferimento (legifera ENAC), possedere competenze aeronautiche di base, essere in grado di condurre un drone in sicurezza, anche in situazioni impreviste.
In particolare, lavorare con un aeromobile a pilotaggio remoto significa pianificare con l’attenzione più assoluta l’operazione di volo che si intende andare a svolgere, in considerazione dello scenario operativo in cui ci si troverà.
Il regolamento ENAC può sembrare molto intricato ma, iniziando a “masticare” un pò del linguaggio aeronautichese che ne caratterizza alcuni passaggi, si giunge facilmente ad una interpretazione che può essere riassunta nella parola “sicurezza”.
ENAC non ha alcun interesse a “spezzare le ali” all’industria degli aeromobili a pilotaggio remoto, anche in considerazione delle potenzialità occupazionali ed economiche che la “drone economy” potrebbe esprimere nei prossimi anni.
Tuttavia, accanto ad una tecnologia user-friendly e facilmente accessibile come quella dei SAPR, risulta imperativo regolamentare l’utilizzo incontrollato di sistemi aeromobili a pilotaggio remoto, che oramai si possono comperare ovunque e per poche centinaia di Euro (se non meno..).
Tutti noi, addetti ai lavori o semplici appassionati, abbiamo guardato con interesse e curiosità le decine di filmati che popolano la rete,ed immortalano dall’alto la nostra bella Italia.
In quanti però, nel condividere entusiasticamente i video sui vari social, si sono chiesti chhe cosa sarebbe successo se l’APR di turno fosse precipitato a terra? O se fosse volato via (un fly away, in gergo), privo di controllo?
E se sotto quel drone di un paio di chili di peso – nella migliore delle ipotesi – vi foste trovati voi, senza nemmeno saperlo? Come l’avreste presa?
Ve lo dico io:
– fase 1: curiosità, stupore
– fase 2: “un drone, ma dov’è il pilota?”
– fase 3: “ma possono volare sopra la testa della geste”
– fase 4: “spostiamoci valà, che se gli scivola, ci cade in testa
Molte operazioni di volo si possono fare tranquillamente, purchè in scenari non critici.
Altre operazioni si possono fare, ma necessitano di autorizzazioni specifiche.
Alcune operazioni non si possono fare, mai. Lo dice ENAC. E lo impone il buon senso.
L’essere in regola è obbligatorio, costringe ad una forma mentis aeronautica che innalza il livello di sicurezza, ed è altamente strategico dal punto di vista imprenditoriale.
Perchè essere un professionista operante per un operatore riconosciuto dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile significa porsi sul mercato con una qualifica che hanno ancora in pochi.
E viene remunerata di conseguenza.
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